Il Secolo Cinese

Il mio blog sulla Cina

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lunedì, novembre 28, 2005

Olimpiadi, cibo e mascotte

Sarà davvero un appuntamento importante per la Cina quello con i Giochi Olimpici di Pechino 2008.
E si fanno già i conti per ordinare il cibo... Si calcola infatti saranno 120 milioni i turisti che si recheranno in Cina per le Olimpiadi e che per sfamarsi spenderanno attorno a 2 milioni di dollari. Cosa dare loro in cambio?
Saranno centinaia i ristoranti che apriranno, anche grazie alla promozione olimpica, di qui al 2008 con un'offerta internazionale volta a soddisfare gli appetiti dei turisti che, dopo aver assaggiato un paio di volte la famosa anatra laccata, decideranno di concedersi un piatto di maccheroni :)

Intanto si è già svolto il primo evento delle olimpiadi, la corsa alla registrazione dei siti web con nomi che richiamano i marchi ufficiali. In particolare quelli, impronunciabili, delle cinque mascotte ufficiali dei giochi olimpici.
"Beibei," "Jingjing," "Huanhuan," "Yingying" e "Nini" sono i nomi scelti per le mascotte.
Anche se l'ufficio del copyright di Pechino giura che verranno cancellati i domini con nomi richiamanti i marchi ufficiali, c'è da giurare che qualcosa sfuggirà alle maglie dei controllori.


venerdì, novembre 25, 2005

La Cina di Harry Potter

Il ragazzino cresciutello sbarca per la quarta volta anche in Cina ed è subito boom.
In una settimana di programmazione, infatti, il maghetto occhialuto ha raccolto l'equivalente di 4 milioni di dollari e si appresta a scalare le classifiche del box office. E' un altro segno della penetrazione occidentale che, nella Cina delle megalopoli della costa est sta rapidamente affiancando e in molti casi sostituendo quella locale.
Anche se il cinema locale tiene bene (l'anno passato il film d'importazione più visto, il terzo capitolo di Guerre Stellari, ha ottenuto solo il terzo posto due film casalinghi), il quarto capitolo della saga di Harry Potter sembra destinato a raggiungere la prima posizione.
Gli incassi della prima settimana, infatti, hanno praticamente eguagliato quelli complessivi del primo capitolo della saga, segno che il maghetto sta conquistando sempre più fans.
Chissà se di questo passo in Cina ci si troverà,come qua, a festeggiare presto Halloween senza sapere bene il perchè.

Tags: cina, harry potter, cinema


giovedì, novembre 24, 2005

Fotografo volante non identificato

La Cina è di moda, non c'è che dire. Anche sugli altri pianeti, evidentemente, se l'UFO in questione ha scelto la città di Benxi nel nord est della Cina per farsi un giretto.
L'UFO pare si muovesse lentamente e cambiasse forma.
E' rimasto visibile dalle 16.30 alle 18.55, ma evidentemente due ore e mezzo di tempo non sono state sufficienti al fotografo per scattare una foto migliore di quella pubblicata su Chinanews che vedete anche qui sotto:


Per piacere ora non cominciate a dire che sembra un vermicello rosa su fondo nero, se è un UFO è un UFO. Lo dice anche il fotografo.

Tags: cina, ufo, fotografia


martedì, novembre 22, 2005

Il pollo e il carbone

A cosa si pensa quando si sente parlare di carbone? Alle centrali elettriche o alla befana?
In Cina il carbone è sinonimo di ricchezza e sviluppo. La maggior parte dell'energia elettrica che alimenta le sfavillanti luci di Shangai e compagnia viene infatti prodotta mediante la combustione del carbone fossile, per la cui estrazione i minatori cinesi pagano tributi altissimi.
I dati numerici sono impressionanti.
Nel corso del 2005 sono 13'000 le ordinanze di chiusura temporanea degli impianti di estrazione per necessità di adeguamenti riguardanti la sicurezza e 9000 (!) le miniere chiuse per l'inadeguatezza dei sistemi di sicurezza.
Il conto in termini di vite umane è salatissimo: 90 minatori morti nell'ultima settimana nei vari incidenti occorsi, 70 nella precedente.
A confronto la mortalità dell'influenza aviaria è quasi nulla, eppure...


lunedì, novembre 21, 2005

La fermata della metropolitana

Nella mia città la metropolitana non c'è.
Tutti in autobus.
Se ne discute, forse la faranno o forse se ne continuerà a discutere.
A Guangzhou intanto sulla linea 3 sono entrati in servizio i nuovi treni. Toccano i 120 km orari, su ogni vagone ci sono 6 schermi LCD per le informazioni ai passeggeri e un sistema di mappe luminose su ognuna delle 8 porte.
Non c'è conducente, la guida è automatica così come l'inversione al capolinea e i test sulle manutenzioni.
Noi intanto discutiamone pure.

Tag: cina, Guangzhou, metropolitana


sabato, novembre 19, 2005

Pettinati che ti fotografo

La voglia di occidente dilaga nella Cina moderna ed è facile notarlo soprattutto tra i giovani e giovanissimi. Sulla Nanjin Road, probabilmente la maggiore via commerciale del pianeta, non si vede un teenager che non abbia i jeans scesi e i capelli colorati.
Le cose però per loro potrebbero diventare cmplicate. Infatti sta per iniziare in Cina la sostituzione dei documenti di identità con la versione tiop carta di credito dotata di microchip per il contenimento dei dati personali. Secondo quanto prescritto dal ministero per la sicurezza pubblica, però, tutti i fotografi che lavoreranno per la realizzazione dei nuovi documenti non potranno riprendere i loro connazionali con capelli tinti, spettinati o troppo lunghi.
Le linee guida del ministero obbligheranno i cinesi, almeno temporaneamente, a farsi fotografare col colore naturale dei loro capelli (il nero ovviamente per la maggioranza etnica Han) e la chioma in ordine.
Non sono queste le uniche prescrizioni. Proibiti anche gioielli e trucco troppo pesante.
L'espressione deve essere appropriata.


tag: cina, società


giovedì, novembre 17, 2005

Le mascotte delle olimpiadi Pechino 2008...


... quanto sono brutte?

Ora non è che dall'estetica delle mascotte delle olimpiadi dipendano i destini dell'umanità, però sinceramente mi aspettavo di meglio.

Sono 5 invece di una soltanto e dovrebbero rappresentare 5 animali diversi di cui l'unico distinguibile direi che è il panda. E se disegnate sono bruttine, dal vero sono anche peggio ;)

tag: olimpiadi, cina


Ma quanto è lunga la Grande Muraglia?

Sapreste dirlo a bruciapelo? Be se non lo sapete non preoccupatevi, anche in Cina hanno le idee un po' confuse. E in effetti l'istituto che sovrintende questo enorme monumento si sta accingendo a rimisurarlo.
La stima attuale della lungheza della Grande Muraglia è di 7300 chilometri, ma, dicono, questo dato non è molto preciso perchè ottenuto con tecnologie ormai obsolete. Ecco quindi che presto partirà una nuova campagna di misurazioni che comprenderà anche un completo rilievo della struttura.
A proposito si dice che la grande muraglia è l'unica costruzione umana visibile dalla luna. Sarà vero, anche se pure con google earth non è poi cosi facile da individuare...


martedì, novembre 15, 2005

Il mio nome in cinese

Grazie al sito mandarino bis, ho scoperto questo divertente tool che permette di generare il proprio nome in cinese partendo da quello reale e dandogli una appropriata connotazione (volete un nome che esprima spiritualità o potenza?).
Nel mio caso il risultato è questo:

Carino no?


lunedì, novembre 14, 2005

Il viaggio comincia sempre in libreria

Non mi ricordo chi l'ha detto e probabilmente la citazione non è del tutto esatta. Nel mio caso poi andrebbe sicuramente corretta mettendo internet al posto della libreria. Comunque è un vero peccato che prima del mio viaggio non ci fosse ancora quella meraviglia di google earth.
Ed è ancora un peccato che larghe parti del territorio non siano ancora alla miglior risoluzione.
Ma ceramente invece che cliccare come un matto a cercare map of china su google, mi sarei messo a esplorare le città con questo programma.


Pechino, la Città Proibita nelle mappe di Google

Scoprire le dimensioni delle megalopoli cinesi, intravedere dall'alto le cime a pagoda dei grattacieli di Pechino che hanno brutalmente sfrattato gli hutong, o vedere come in questa foto quanto è estesa la Città Proibita rispetto al tour guidato del viaggio organizzato rimane una cosa affascinante. Ma per chi invece è sulle tracce di una mappa vera e propria, lo rimando a questo sito che ha anche una raccolta di mappe storiche della Cina.


sabato, novembre 12, 2005

Che ce li hai 5 giuan?

Che lo si chiami Ren Min Bi, ovvero moneta del popolo, o Yuan, come la sua unità monetaria, o Giuan come si finiva per chiamarla nel gruppo, la moneta cinese sembra fatta per spiazzare il turista.
Già perchè oltre all'Yuan c'è pure il Jyao, che vale ancora meno e tutto questo per restare alle banconote. Quando a queste si aggiungono le monetine la confusione regna sovrana.



Comunque quello che appare fin troppo evidente è la sottovalutazione attuale della moneta cinese, causa di discordie internazionali per i vantaggi che questo offre all'economia locale.

Da Pechino è ora annunciato per il prossimo anno un possibile nuovo ritocco del suo valore, dopo che in luglio la moneta cinese era stata rivalutata di circa il 2%.


In fuga dalla campagna

Uno dei più anacronistici criteri di separazione tra i cittadini dela repubblica cinese potrebbe presto cadere. E' infatti allo studio in 11 provincie cinesi la possibilità di estendere lo status di cittadini (da cui discende un migliore trattamento assistenziale e previdenziale) anche agli immigrati delle campagne che a milioni si sono spostati verso le megalopoli cinesi.
Sarebbero infatti addirittura 87 milioni attualmente i "clandestini urbani" in Cina.
La proposta di abolizione diquesta distinzione avrebbe lo scopo di ridurre il gap di ricchezza esistente tra le zone urbane e le zone rurali, che al momento rappresenta per la Cina la più grave minaccia di instabilità interna. Tra le provincie che hanno al vaglio l'ipotesi non ci sono però quelle che comprendo le due più grandi città cinesi, Pechino e Shangai.


venerdì, novembre 11, 2005

Olimpiadi, meno mille

Che il numero 8 sia visto in maniera benaugurante dai cinesi è evidente dalla scelta della data di inizio delle prossime olimpiadi: 8/8/2008, naturalmente alle 8 di mattina.
Mancano quindi 1000 giorni all'inaugurazione dell'evento che per Pechino rappresenterà la consacrazione e l'ingresso tra le città che avranno un ruolo predominante in questo secolo. Per festeggiare il meno mille, è atteso l'annuncio della mascotte delle olimpiadi, il cui disegno è stato scelto tra 662 proposte.
Alle olimpiadi è anche legato il mio primo ricordo della Cina. Appena sceso dal pulmino che ci ha lasciato di fronte a piazza Tien'an men mi sono ritrovato in testa il cappellino con i 5 cerchi.
Quanto tempo impiegherà la mascotte per finire sulle magliette in vendita ai turisti di passaggio? 8 ore?


tag: olimpiadi, cina


giovedì, novembre 10, 2005

Beppe Grillo picchiatore

Almeno qualcuno che picchia in testa ai potenti è rimasto, almeno nel suo blog.
Anche Beppe Grillo ha trattato la notizia degli operai di un mobilificio cinese scesi in piazza per scioperare contro gli abusi dei capifabbrica italiani, che no esitavano, secondo quanto riferito dalla stampa locale, a usare le percosse per migliore la redditività.
A parte l'ovvio sdegno per quanto riferito, mi preme sottolineare però una considerazione che mi veniva girando per i negozi delle metropoli cinesi.
Ovunque entrassi ero assalito dai commessi, per la maggior parte ragazzine e ragazzini che immagino pagati pochissimo. Il loro numero era sempre francamente eccessivo, non è insolito vedere in un piccolo negozio dieci-dodici commesse la metà delle quali alle prese con l'unico cliente e le altre ordinatamente ferme nell'attesa.
Manca nella Cina attuale, come mi riferiva anche una delle nostre guide, una classe dirigente anche di basso livello capace di dare produttività alle imprese e di sfruttarne al meglio le enormi risorse di manodopera a costo quasi zero.
Ci stiamo pensando noi italiani a riempire il vuoto. A forza di sberle.


Son problemi....

Essere un nuovo ricco in Cina non è tutto rose e fiori.. Ne sa qualcosa il signor Dong, che per la seconda volta è finito per citare in tribunale un importatore di auto di lusso. Al centro della disputa, una Ferrari 360 che, nei listini di Shangai, viene a costare 2,99 milioni di Yuan.
La prima volta che Dong si è rivolto al tribuna l'ha fatto per la mancata consegna dell'auto nei tempi contrattuali. Il giudice ha condannato l'importatore a pagare il 2 per mille del valore dell'auto per ogni giorno di ritardo. Dal momento che l'auto è stata consegnata con oltre un anno di ritardo, il gruzzolo risparmiato dal signor Dong, di professione ristoratore, è circa pari ai 3/4 del valore dell'auto.
Ma quando la macchina è finalmente arrivata per il signor Dong sono iniziati altri problemi, a cominciare dai 434 km segnati sul croscutto contro i 60 massimi impiegati dalla casa nei test pre vendita.
Per farla breve, il signor Dong si è dovuto rivolgere nuovamente alla giustizia per avere ragione sull'importatore.
Dura la vita...


Tutti pazzi per Yao Ming

Da alcuni anni è l'idolo della Cina. Se le battute sull'altezza dei cinesi si sono sempre sprecate, pochi avrebbero il fegato di raccontargliene una. Non fosse altro che per i 2 metri e 26 dai quali guarda dall'alto praticamente tutti i suoi colleghi. E non sono colleghi da poco. Yao Ming infatti è da tre anni la colonna degli Houston Rockets, il primo cinese della NBA.
Se in America è una stella, in Cina Yao è un idolo. Non è difficile incontrarlo nella sua versione 2D sui muri, nelle vetrine e in generale dovunque ci sia qualche articolo da promuovere.
Ha fatto scalpore qualche mese fa la decisione del governo di Pechino di conferirgli il titolo onorifico di lavoratore dell'anno, un premio solitamente destinato all'operaio di qualche regione remota distintosi per avere messo il lavoro davanti a tutto, con una retorica che ci fa sorridere.
Ma Yao è lo specchio della Cina che vuole vincere al di fuori dei suoi confini e che vuole diventare ricca in poco tempo come può renderti lo spot, pardon lo sport.

















Yao Ming in una foto di oggi sul Shangay Daily


A proposito di voli in Cina

Quando il vostro tour operator vi guarderà bonariamente e vi dirà che tuttti i voli interni del vostro pacchetto turistico sono operati con aeromobili moderni e di fabbricazione occidentale, guardatelo come guardereste un venditore di auto usate che sta cercando di piazzarvi una regata dell'86.
Però la tecnica messa in campo dalle aerolinee cinesi funziona. Ecco come:
Il nostro gruppo arriva all'aeroporto di Pechino alle 14 per partire alle 15. Temperatura pulmino circa 24 gradi, temperatura esterna 41, temperatura aeroporto 24. Se ti si slaccia una scarpa nel tragitto tra il pulmino e l'aeroporto, sei fatto.
Io e la guida andiamo davanti ai pannelli luminosi. Lui che è cinese legge i pannelli, io leggo la sua faccia e capisco che la giornata sarà lunga.
30 minuti di ritardo al primo annuncio e subito davanti al box della compagnia aerea si raduna una calca di manager cinesi infuriati per il ritardo. Sembrano fatti con lo stampino, tutti tracagnotti, vestito blu, ventiquattrore in una mano e borsa porta pc nell'altra.
Urla indescrivibili, la hostess di terra che ogni tanto prende su il telefono per farsi dare una nuova scusa. Il ritardo sale a un'ora, la gente è imbufalita.
Anche per noi è una scocciatura perchè in un viaggio di 15 giorni perdere tempo così è un peccato, ma vabbè, ormai il pomeriggio si è messo perso.
Fa sorridere però per una volta vedere un gruppo di italiani rassegnati a sedere mentre l'orda dei manager cinesi continua a inveire contro la hostess.
16.30 imbarco. L'aereo è quel che in effetti ci si poteva aspettare. Ma a quel punto chi ha la forza di protestare. Saliamo e...
Niente
L'aereo è fermo.
Il condizionamento non va.
Ora se qualcuno si immagina a quanto equivalgono dentro l'aereo i 41 gradi esteri avrà già intuito il seguito.
Altri 90 minuti fermi in pista. I manager urlano, noi ormai siamo lessati al punto giusto. Le hostess passano a distribuire bottigliette d'acqua, mentre i manager ricambiano ocn espressioni facilmente traducibili.
Finalmente partiamo.
Sono le 18.00
Chi ci pensa più a che razza di aereo ci sta portando?


martedì, novembre 08, 2005

Cina-Giappone, arbitra la Russia

Cina e Giappone si stanno fronteggiando per chiudere con la Russia accordi commerciali per la fornitura di greggio. In ballo c'è il percorso di un enorme oleodotto, capace di 1.6 milioni di barili al giorno, sulla rotta dalla Siberia alla costa pacifica della Russia.
Il Giappone fino a ieri rappresentava l'ovvio cliente per questa pipeline, finchè appunto l'entrata in tackle della Cina non finiva per far strizzare l'occhio del ministro russo per l'economia nei confronti di Pechino.
Il ministro ha detto di considerare possibile la realizzazione di una derivazione verso sud (cioè verso la Cina) dell'oleodotto.
E l'Europa?
Oggi il greggio è sui 60 dollari al barile e l'euro a 1.17, ciò significa che gli europei pagano 51 euro a barile. Si accettano scommesse su quanto lo pagheremo tra un anno.


La secondogenita del signor Wu

Il signor Wu abita a Guangzhou. Sulla quarantina, vestito in modo elegante ma non vistoso, ha gli occhi piccoli e furbi e il naso appuntito, caratteristica non molto comune ma che, come dice lui, contraddistingue tutta la sua famiglia. Il signor Wu è sposato e ha due figli, un maschio e una femmina.
Da molti anni in Cina la politica di contenimento demografico ha imposto il limite di un figlio per famiglia, e le giovani generazioni cinesi sono generazioni di figli unici.
Il signor Wu è abbastanza ricco. Ha avviato un'attività commerciale - "I cantonesi sono tutti commercianti" dice - piuttosto redditizia che gli consente di affrontare i paletti che il governo gli ha posto. E così qualche anno fa ha deciso di avere un secondo figlio (una figlia alla prova dei fatti).
A noi occidentali increduli ha spiegato le sue difficoltà.
"Per mandare il primogenito alla scuola primaria la spesa per una famiglia è l'equivalente di un euro, per il secondo quasi duemila, e tutto il resto di conseguenza. Inoltre il padre o la madre devono sottoporsi ad un intervento di sterilizzazione". Come dire il primo gratis, il secondo a peso d'oro, poi basta.
In questi casi la soluzione più indolore è sempre quella economica. Un modesto contributo a un dottore ed ecco il certificato di avvenuta sterilizzazione con salvaguardia della propria virilità.
E se poi però ci scappa il terzo? A quel punto il signor Wu mi ha sorriso e ha stretto ancora di più gli occhi. Poi ha incrociato i polsi. Chi dice che i simboli non sono universali?
Il signor Wu è contento delle sue scelte e mi confida un altro pensiero. Quando è nata la secondogenita c'è rimasto male, avendo confidato in un altro maschio. Poi però ha cambiato idea. La bimba è cresciuta, evidentemente si è dimostrata più brava del fratello maggiore e ora è l'orgoglio del signor Wu.
A scuola probabilmente è l'unica ad avere un fratello.


lunedì, novembre 07, 2005

Immagini dalla Cina

Una Cina già post industriale, dove le montagne non sono i pan di zucchero di Guilin ma le cataste di componenti elettronici destinati al riciclaggio. Nelle immagini di Edward Burtynsky, specializzato nella ricerca di paesaggi urbani, c'è l'altra faccia della Cina di oggi, quella che, attorno ai nuclei di grattacieli e alle sconfinate aree suburbane, si estende ogni giorno di più verso le campagne. "Nella provincia di Guangdong - scrive l'Autore - puoi guidare per ore lungo le numerose autostrade che mostrano un panorama praticamente continuo di fabbriche e dormitori per gli operai".
Il suo obiettivo filtra quindi questi paesaggi alienanti, matrici di box lavorativi o distese di condutture arrugginite. Non l'altra faccia del miracolo cinese. Semplicemente la sua base.


tag: fotografia, cina


domenica, novembre 06, 2005

Io e i guerrieri

Il mio primo incontro con l'esercito di Terracotta...non ricordo l'anno ma ero un bimbetto in gita con i miei genitori. A Venezia, a Palazzo Grassi, per la prima volta credo fuori dalla Cina erano esposti 4 guerrieri e un cavallo dell'esercito di terracotta di Xi'an. Dietro di loro una gigantografia del sito, con le lunghe file di statue allineate. Ovviamente non ricordo nessun altro pezzo di quelli esposti, tale è la sproporzione tra questo miracolo dell'archeologia ed il resto. Quest'anno ho restituito la visita. L'attimo in cui si entra nella grande struttura che copre gli scavi impatta sull'anima. E l'esercito, le cui prime fila si sono faticosamente ricomposte e rialzate, ti fissa.
Al termine del giro, con gli occhi saturi, l'ultimo incontro, quello con l'arciere. E' la statua più bella di tutta l'esercito, un guerriero inginocchiato che reggeva una balestra. Perfetto nella riproduzione delle decorazioni e con la fierezza di chi puo mostrarsi intatto dopo millenni.
Ora l'arciere si è mosso di nuovo. E' in Italia per la mostra di Treviso. Andrò a salutarlo.


Telecronaca cinese

L'ultima frontiera del calcio per chi non si vuole arrendere alla paytv è la Cina. E' sufficiente un collegamento adsl, un softwerino peer to peer e come per magia, direttamente dalla TV cinese, ecco materializzarsi le partite dei campionati di calcio (liga, premier e ovviamente serie A) con una qualità discreta e, ovviamente, il commento in cinese.
Sarà legale? Boh.
Certo che dopo lo spottone di Beppe Grillo al sito che raccoglie gli appassionati della webtv, il fenomeno si sta diffondendo in modo rapidissimo.
I canali che trasmettono hanno nomi come cctv5 (5? sarà mica di...?) o GuangdongTV, e l'inconveniente più grande è il ritardo, anche di qalcuni minuti dovuto alla digitalizzazione e al buffering del segnale.
Ma se non avete vicini che urlano ad ogni calcio d'angolo il problema si risolve...


sabato, novembre 05, 2005

Lo strano caso del signor D

La notizia di oggi è poco più di una curiosità che rimbalza da Dengfeng, città a 700 km da Pechino. Un giovane papà, il signor Hu, ha deciso di chiamare il proprio figlio Di, anzi D. qual'è la stranezza? Mentre Di è la traslittarazione che uso io per uno dei 40000 ideogrammi cinesi, D è proprio la lettera del nostro alfabeto. Insomma, sostituire alla grafia cinese un simbolo occidentale con lo stesso suono. Il padre si è visto rifiutare l'autorizzazione dai preposti dell'amministrazione locale con la considerazione che, se D è un nome occidentale, allora va trasformato in cinese, e quindi Di.
In attesa di conoscere il nome che verrà dato al piccolo, non è difficile leggere nella volontà del padre, che dice di voler dare al figlio un nome innovativo e facile da ricordare, la voglia di occidente che pervade le fascie più giovani della popolazione. Chissà se il piccolo D gradirà.


venerdì, novembre 04, 2005

Il padrone che morde il cane

La notizia sorprende e fa sorridere. Sul mercato americano della pirateria on line, infatti, sono disponibili 150 titoli di film cinesi, compresi quasi tutti i grandi successi degli schermi d'oriente.
Per fare le cose sul serio, la China Film Copyright Protection Association ha chiesto alla giustizia americana un'indagine sul fenomeno. I film sarebbero disponibili gratuitamente e ospitati su server statunitensi. Solo nel luglio scorso Cina e Stati Uniti hanno firmato un patto contro la pirateria, con l'ovvio scopo di contrastare il fenomeno che dalla Cina finisce per arrecare danni economici sostanziali alle major americane. Ora i cinesi non ci stanno a passare per gli unici cattivi...


Cina, nuovi dazi sulle scarpe

La Commissione Europea pare sia sul punto di proporre nuovi dazi sull'importazione dalla Cina di scarpe in pelle e antinfortunistiche. La misura, che avrà effetto anche sulle produzioni di Vietnam e India, potrebbe essere presa a seguito delle indagini condotte dai commissari UE, che avrebbero accertato pratiche di dumping nel settore delle calzature. Le statistiche dicono che dall'Asia vengono i tre quarti della produzione mondiale di scarpe. Se però penso che i cinesi sono un miliardo e mezzo, gli indiani oltre un miliardo, mi viene facile pensare che dall'Asia vengano ormai anche i tre quarti dei piedi di tuto il mondo... Senza entrare troppo nel merito della vicenda, mi limito a dire che non credo che quella dei dazi sia una maniera adeguata per fronteggiare l'avanzata commerciale orientale. Troppa è la sproporzione attuale tra il costo del lavoro in Cina rispetto all'Europa per poter comunque pensare di fronteggiarne la produzione locale con imposizioni del genere. Tempo fa era riportato su un settimanale il confronto tra il costo orario di un lavoratore tessile italiano (superiore ai 16 euro) e uno cinese (inferiore al mezzo euro), cui va aggiunto il fatto che le ore lavorate nell'anno dal cinese sono circa il 40 % in più del "collega" italiano. Con una simile sproporzione non sorprende che arrivino in Italia scarpe cinesi a due-tre euro. Ma poi a quanto le trovate nei mercati???


Chi è il presidente della Cina?

Oggi non resisto alla voglia di fare uno sporco copia e incolla, ma la prima volta che ho letto questa storiella mi sono venuti i lacrimoni agli occhi dal ridere, per cui senza pensarci troppo la riposto.

Secretary: - Mr. President, Condoleeza Rice is here to see you.
George B. : - Good, send her in.
Secretary: - Yessir.
(Hangs up. Condi enters.)
Condoleeza: - Good morning, Mr. President.
George B. : - Oh Condoleeza, nice to see you. What's happening?
Condoleeza : - Well, Mr. President, I have the report here about the new leader in China.George B. : - Great, Condi. Lay it on me.
Condoleeza : - Mr. President, Hu is the new leader of China.
George B. : - Well, that's what I want to know.
Condoleeza : - But that's what I'm telling you, Mr. President.
George B. : - Well, that's what I'm asking you, Condie. Who is the new leader of China?
Condoleeza : - Yes.
George B. : - I mean the fellow's name.
Condoleeza : - Hu.
George B. : - The guy in China.
Condoleeza : - Hu.
George B. : - The new leader of China.
Condoleeza : - Hu.
George B. : - The Chinaman!
Condoleeza : - Hu is leading China, Mr. President.
George B. : - Whaddya' asking me for?
Condoleeza : - I'm telling you Hu is leading China.
George B. : - Well, I'm asking you, Condie. Who is leading China?
Condoleeza : - That's the man's name.
George B. : - That's who's name?
Condoleeza : - Yes.
(Pause.)
George B. : - Will you or will you not tell me the name of the new leader of China?
Condoleeza : - Yes, sir.
George B. : - Yassir? Yassir Arafat is in China? I thought he was in the Middle East.
Condoleeza : - That's correct.
George B. : - Then who is in China?
Condoleeza : - Yes, sir.
George B. : - Yassir is in China?
Condoleeza : - No, sir.
George B. : - Then who is?
Condoleeza : - Yes, sir.
George B. : - Yassir?
Condoleeza : - No, sir.
(Pause. Crumples paper)
George B. : - Condi, you're starting to piss me off now, and it's not 'cause you're black neither. I need to know the name of the new leader of China. So why don't you get me the Secretary General of the United Nations on the phone.
Condoleeza : - Kofi Annan?
George B. : - No, thanks. And Condi, call me George. Stop with that ebonics crap.
Condoleeza : - You want Kofi?
George B. : - No.
Condoleeza : - You don't want Kofi.
George B. : - No. But now that you mention it, I could use a glass of milk. And then get me the U.N.
Condoleeza : - Yes, sir.
George B. : - Not Yassir! The guy at the United Nations.
Condoleeza : - Kofi?
George B. : - Milk! Will you please make that call?
Condoleeza : - And call who?
George B. : - Well, who is the guy at the U.N?
Condoleeza : - No, Hu is the guy in China.
George B. : - Will you stay out of China?!
Condoleeza : - Yes, sir.
George B. : - And stay out of the Middle East! Just get me the guy at the U.N.
Condoleeza : - Kofi.
George B. : - All right! With cream and two sugars. Now get on the phone.
(Condi picks up the phone.)
Condoleeza : - Hello. Rice, here.
George B. : - Rice? Good idea. And get a couple of egg rolls, too, Condi. Maybe we should send some to the guy in China. And the Middle East. Can you get chinese food in the Middle East? I don't know.
(Door slam).


giovedì, novembre 03, 2005

Tutti contro Silk Street

La notizia è fresca: le maggiori firme della moda mondiale, da Prada a Louis Vuitton, hanno fatto causa alla proprietà di Silk Street, il grande magazzino di Pechino inaugurato da un qualche anno e subito diventato una meta irrinunciabile per i turisti che vogliono portare a casa, al costo di pochi euro, borse e vestiti griffati dalle grandi marche.
Silk Street è una bellezza. L'esterno, un cubo che lo fa apparire più un complesso direzionale che un grande magazzino, non lascia trasparire cosa assale il visitatore appena vi mette piede. L'interno è un nugolo di box di vendita tutti assolutamente uguali non piu grandi di tre metri per tre e praticamente tutti forniti di tutto. Il turista non ha la minima possibilità di uscire con qualche soldo nel portafoglio, le forze in campo sono soverchianti.
Il mio consiglio è quello di non affrontare Silk Street ancora digiuni di contrattazioni furiose a colpi di calcolatrice ma solo dopo un adeguato allenamento su terreni più comodi. Tutto ha un prezzo, solo che per arrivarci servono quando va bene 10 minuti di urla, sceneggiate, finte arrabbiature da entrambe le parti, abbandoni della scena e clamorosi ritorni. Tutto ovviamente da condursi con lo spirito giusto. Se non ritenete di essere la persona adatta per tirare sui prezzi, Silk Street non fa per voi (e forse nemmeno il resto della Cina...), ma se lo prendete per quello che è, ovvero un gioco delle parti, vi ritroverete con il vostro bel paio di jeans pagato pochi euro e con il venditore soddisfatto per essere comunque riuscito a sfilarvi qualche euro in più del suo ultimo prezzo. In fondo il mercante è lui...
Tornando alla notizia principale, ovvero alle ire dei big brands internazionali contro Silk Street, preso evidentemente a simbolo del taroccamento cinese, devo dire che la mia simpatia, come si sarà intuito, va tutta ai piccoli negozianti cinesi. Una polo prodotta in Cina, magari solo confezionata in Francia o con i bottoni attaccati in Italia, venduta a 80 - 100 euro a fronte di un costo orario per l'operaio cinese inferiore al mezzo euro all'ora mi sembra moralmente più ingiusto della commercializzazione delle imitazioni a qualche euro.
O No?