A proposito di voli in Cina
Quando il vostro tour operator vi guarderà bonariamente e vi dirà che tuttti i voli interni del vostro pacchetto turistico sono operati con aeromobili moderni e di fabbricazione occidentale, guardatelo come guardereste un venditore di auto usate che sta cercando di piazzarvi una regata dell'86.
Però la tecnica messa in campo dalle aerolinee cinesi funziona. Ecco come:
Il nostro gruppo arriva all'aeroporto di Pechino alle 14 per partire alle 15. Temperatura pulmino circa 24 gradi, temperatura esterna 41, temperatura aeroporto 24. Se ti si slaccia una scarpa nel tragitto tra il pulmino e l'aeroporto, sei fatto.
Io e la guida andiamo davanti ai pannelli luminosi. Lui che è cinese legge i pannelli, io leggo la sua faccia e capisco che la giornata sarà lunga.
30 minuti di ritardo al primo annuncio e subito davanti al box della compagnia aerea si raduna una calca di manager cinesi infuriati per il ritardo. Sembrano fatti con lo stampino, tutti tracagnotti, vestito blu, ventiquattrore in una mano e borsa porta pc nell'altra.
Urla indescrivibili, la hostess di terra che ogni tanto prende su il telefono per farsi dare una nuova scusa. Il ritardo sale a un'ora, la gente è imbufalita.
Anche per noi è una scocciatura perchè in un viaggio di 15 giorni perdere tempo così è un peccato, ma vabbè, ormai il pomeriggio si è messo perso.
Fa sorridere però per una volta vedere un gruppo di italiani rassegnati a sedere mentre l'orda dei manager cinesi continua a inveire contro la hostess.
16.30 imbarco. L'aereo è quel che in effetti ci si poteva aspettare. Ma a quel punto chi ha la forza di protestare. Saliamo e...
Niente
L'aereo è fermo.
Il condizionamento non va.
Ora se qualcuno si immagina a quanto equivalgono dentro l'aereo i 41 gradi esteri avrà già intuito il seguito.
Altri 90 minuti fermi in pista. I manager urlano, noi ormai siamo lessati al punto giusto. Le hostess passano a distribuire bottigliette d'acqua, mentre i manager ricambiano ocn espressioni facilmente traducibili.
Finalmente partiamo.
Sono le 18.00
Chi ci pensa più a che razza di aereo ci sta portando?
Però la tecnica messa in campo dalle aerolinee cinesi funziona. Ecco come:
Il nostro gruppo arriva all'aeroporto di Pechino alle 14 per partire alle 15. Temperatura pulmino circa 24 gradi, temperatura esterna 41, temperatura aeroporto 24. Se ti si slaccia una scarpa nel tragitto tra il pulmino e l'aeroporto, sei fatto.
Io e la guida andiamo davanti ai pannelli luminosi. Lui che è cinese legge i pannelli, io leggo la sua faccia e capisco che la giornata sarà lunga.
30 minuti di ritardo al primo annuncio e subito davanti al box della compagnia aerea si raduna una calca di manager cinesi infuriati per il ritardo. Sembrano fatti con lo stampino, tutti tracagnotti, vestito blu, ventiquattrore in una mano e borsa porta pc nell'altra.
Urla indescrivibili, la hostess di terra che ogni tanto prende su il telefono per farsi dare una nuova scusa. Il ritardo sale a un'ora, la gente è imbufalita.
Anche per noi è una scocciatura perchè in un viaggio di 15 giorni perdere tempo così è un peccato, ma vabbè, ormai il pomeriggio si è messo perso.
Fa sorridere però per una volta vedere un gruppo di italiani rassegnati a sedere mentre l'orda dei manager cinesi continua a inveire contro la hostess.
16.30 imbarco. L'aereo è quel che in effetti ci si poteva aspettare. Ma a quel punto chi ha la forza di protestare. Saliamo e...
Niente
L'aereo è fermo.
Il condizionamento non va.
Ora se qualcuno si immagina a quanto equivalgono dentro l'aereo i 41 gradi esteri avrà già intuito il seguito.
Altri 90 minuti fermi in pista. I manager urlano, noi ormai siamo lessati al punto giusto. Le hostess passano a distribuire bottigliette d'acqua, mentre i manager ricambiano ocn espressioni facilmente traducibili.
Finalmente partiamo.
Sono le 18.00
Chi ci pensa più a che razza di aereo ci sta portando?
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