Il Secolo Cinese

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venerdì, gennaio 20, 2006

Cina, internet e censura

Si è letto di recente degli interventi censori del governo cinese prima contro wikipedia e poi contro skype. Senza voler tirare troppo in ballo la censura di casa nostra, fa comunque impressione pensare ai tagli sull'informazione operati in Cina.
A mio parere un atteggiamento così rigido è imputabile principalmente a due cause, una più utilitaristica e una legata a una visione più globale del paese.
La prima: chi governa ha nelle proprie mani il potere che non è più fatto solo di piccoli o grandi privilegi ma anche di una profonda integrazione economica con il nuovo capitalismo.
Un diffuso movimento filodemocratico alimentato dalla rete potrebbe in breve spezzare questa catena di privilegi. Ovvio che venga difesa con i denti.
La seconda: cosa succederebbe in Cina se si assistesse alla caduta del comunismo (che attualemente ormai esiste solo come struttura di governo ma non certo come modello economico) come è stato in Unione Sovietica? La Cina appare sempre più come un continente spezzato: La costa est col suo 10% annuo di incremento del Pil, i grattacieli sempre più compatti e un conquistato "benessere" e il resto del paese (un resto del paese fatto di centinaia di milioni di persone...) che di questo benessere sente parlare e lo intravede come un miraggio.
Come è possibile pensare a un processo di smantellamento dell'attuale potere centrale privo di sconvolgimenti di proporzioni planetarie?
E tra queste due cause, qual'è quella che prevale e che più spinge per la censura della rete?


lunedì, gennaio 09, 2006

Cascate di Huangguoshu

Le mete classiche della Cina che i vari tour operator organizzano potrebbero presto comprendere una nuova meta, le cascate di Huangguoshu. Non sono nuove le cascate, ovviamente, ma sta per aprire nelle vicinanze (siamo nella provincia di Guizhou) un nuovo aeroporto.
Le cascate, alte oltre settanta metri e larghe più di cento, potrebbero presto diventare una meta turistica molto affollata.
Sarebbe interessante sentire un commento da chi c'è già stato.


sabato, gennaio 07, 2006

40 milioni di scapoli e nemmeno uno zio

La politica di contenimento delle nascite in Cina sta effttivamente contribuendo a stabilizzare il numero della popolazione, che entro pochi anni potrebbe essere superata da quella indiana.
Il Governo di Beijing è sempre più deciso a mantenere in essere le limitazioni attuali, specialmente ora che la prima generazione di figli unici è ormai in età per generare discendenza.
Il tasso di crescità della popolazione, negli ultimi anni, è calato di quasi due punti.
Il dato più triste che emerge è però relativo alla disparità tra maschi e femmine nel conto dei nuovi nati. 119 maschi ogni 100 femmine, a dispetto delle statistiche mondiali che vogliono le femmine in lieve maggioranza.
Purtroppo la convinzione che solo un figlio maschio rappresenti un valido aiuto per la famiglia è ancora molto radicato. E così nel 2020 ci saranno 40 milioni di scapoli cinesi senza la speranza di trovare una compagna.